Un gruppo di persone impegnate nella FAD Formazione A Distanza

Come sarà la #FAD nell’era #post-Covid?

La FAD, Formazione A Distanza, ha vissuto una forte accelerazione a causa della pandemia.

Nella nuova normalità del mondo post-Covid ci sarà grande spazio per i #formatoridigitali. La pandemia ha fugato una serie di false credenze rispetto al digitale e il “new normal” non cancellerà quest’esperienza: l’insegnamento sarà di tipo ibrido, in parte in presenza in parte a distanza, e offrirà enormi opportunità per il formatore e la sua cassetta degli attrezzi.

Ma quali sono le #competenze che un formatore digitale deve possedere per valorizzare il processo d’apprendimento e sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie?

Se ne è discusso in un digital talk organizzato nell’ambito del progetto europeo @eLeadSpeed, di cui Gruppo Pragma e @Fondazione ISTUD sono partner, dando vita a una riflessione su come accelerare l’#evoluzionedeiformatori per velocizzare la #transizionedigitale e il potenziamento delle competenze di #e-leadership.

FAD: non solo esperti di tecnologia, la didattica resta al centro

L’enorme accelerazione subita dal processo di #digitalizzazione in quest’ultimo periodo e la sterminata quantità di strumenti tecnologici a disposizione non devono trarci in inganno: per affrontare al meglio questo cambiamento epocale i formatori devono ancora più di prima concentrarsi sull’efficacia del processo di apprendimento, che le tecnologie possono potenziare, e per questo dobbiamo conoscerle bene. “La tecnologia è un elemento abilitante, perciò è importante sapersi muovere in quest’ambito e saper usare gli strumenti a disposizione – commenta @Maria Laura Fornaci di @Fondazione ISTUD -. Ma al centro del cambiamento rimane la didattica: i metodi didattici si evolvono per essere funzionali alle nuove tecnologie. Va ripensata integralmente la progettazione, ovvero le modalità di disegno, attivazione, gestione e valutazione dei processi formativi, affinché sia efficace in un contesto digitale. E vanno ridisegnati i processi d’interazione, perché il digitale è in grado di dare molto di più rispetto al vecchio modello di auto-apprendimento in cui il discente è da solo davanti al computer a guardare un video o altri contenuti.

FAD: aule virtuali e #ambienti digitali

Non condividendo uno spazio fisico comune, l’aula, il formatore nella FAD non ha la possibilità di cogliere determinati segnali da parte dei discenti, perciò serve una progettazione ancor più minuziosa della didattica. Ma la tecnologia, dice Oriana Cok di Gruppo Pragma, è uno strumento che diventa anche ambiente in cui si svolgono esperienze e relazioni mediate dallo schermo.

Attraverso le tecnologie si stanno sperimentando nuovi modelli d’interazione e molti sviluppi dei big player tecnologici riguardano proprio la simulazione d’ambienti: “Sono sempre di più e sempre più usati sfondi su Zoom o Teams. Tra questi ci sono quelli che posizionano le persone all’interno di un’aula, perché il setting dellaula che si tende a riproporre è l’ambiente d’apprendimento classico, quello a cui siamo sempre stati abituati e il luogo dove sono sempre avvenute le relazioni tra formatore e discente”, ma con le tecnologie e le simulazioni possiamo fare molto di più, come ad esempio creare realtà immersivi in cui i discenti sono collegati tra loro e agiscono insieme come accede nei contesti fisici.

L’attenzione alla #userexperience nella FAD

Tra le competenze del formatore che la FAD valorizza c’è la capacità di relazionarsi con i discenti.  Per una formazione digitale efficace è fondamentale concentrarsi sul ricevente e sul processo d’apprendimento. Tanto più visto che nelle nuove generazioni gli stili d’apprendimento sono cambiati: si parla di “immediatismo”, ovvero di rifiuto di ogni forma di mediazione, di ogni filtro polarizzatore dell’esperienza. L’uso delle tecnologie digitali esalta l’utente e il contesto, componenti fondanti della cosiddetta user experience.

Rischi e opportunità della FAD

Gli strumenti a disposizione per la FAD sono numerosissimi, Jane Hart ne ha censiti più di 200, e continuano ad aumentare: ne abbiamo parlato qui.  Per scampare al rischio di #disorientamentodigitale, evidenzia Maria Rita Fiasco di Gruppo Pragma, è indispensabile saper scegliere tra diversi strumenti quelli più adatti al processo didattico e all’obiettivo formativo che si vuole raggiungere. Ma il digitale offre ai formatori anche moltissime opportunità, come quelle per misurare l’efficacia delle azioni formative: machine learning e #intelligenzaartificiale stanno entrando sempre più massicciamente nelle piattaforme di #learningmanagementsystem come preziosi strumenti di v