Immagine di un cervello che richiama alle neuroscienze

Neuroscienze: comprendere e migliorare l’apprendimento per affrontare le sfide della formazione

Silene Fornasaro
Ricercatrice sulle neuroscienze applicate ai processi cognitivi

 

Negli ultimi anni le Neuroscienze hanno cominciato a prendere piede e ad attirare sempre più interesse. Esse si sono rivelate molto utili a rispondere in modo rigoroso e autorevole ad una svariata serie di domande che la società si pone, ad esempio come riusciamo a memorizzare una mole importante di informazioni, da dove si origina lo stress oppure che cosa succede se il cervello va incontro ad un invecchiamento patologico.

Noi di Gruppo Pragma, ci stiamo focalizzando su come il nostro cervello apprende e memorizza, e cosa possiamo fare per rendere l’apprendimento più efficace e duraturo.

 

Di cosa si occupano le Neuroscienze?

Le Neuroscienze studiano la struttura e il funzionamento del nostro cervello. Esse si dividono in diverse branche, una delle quali è la branca delle Neuroscienze Cognitive, che studia il come il cervello “dà vita” alla mente. Per cervello intendiamo l’organo di circa un chilo e mezzo che si trova nella scatola cranica, mentre con mente ci riferiamo a ciò che viene generato dal cervello, cioè l’insieme dei processi cognitivi e dei comportamenti che possiamo osservare direttamente.

Focalizzandoci su come il cervello impara, possiamo quindi definire l’apprendimento come un cambiamento più o meno duraturo di un nostro comportamento in risposta all’esposizione e/o interazione con un evento. Ma cosa significa?

Se afferrate una tazza bollente e vi scottate, imparerete ben presto a bere il tè tenendo la tazza dal manico. Questo perché il vostro cervello ha registrato chiaramente l’associazione calore-scottatura e modifica il comportamento in modo da evitare spiacevoli incidenti.

Se poi dovete imparare una poesia a memoria, probabilmente avrete bisogno di più ripetizioni per memorizzare correttamente tutte le parole e non riuscirete a recitare la poesia al primo tentativo.

Questo perché l’apprendimento può avvenire sia dopo una sola esposizione, sia dopo ripetute esposizioni.

 

Apprendimento e nuove connessioni

Ma cosa succede in queste situazioni nel nostro cervello? Ogni volta che apprendiamo una nuova informazione i nostri neuroni si riorganizzano formando nuove connessioni, dette connessioni sinaptiche, per immagazzinare e mantenere quella nozione. In generale, più l’informazione è ripetuta più le connessioni sinaptiche si rinforzano. Al contrario, meno l’informazione viene richiamata, più le connessioni sinaptiche si indeboliscono fino a disattivarsi, rischiando di perdere, e quindi dimenticarsi, quell’informazione. E cosa succede se si dimentica? Bisogna reimparare, e reimparare richiede nuovamente uno sforzo.

 

Che cosa possiamo fare per imparare efficacemente?

Ci sono innumerevoli strategie che permettono di apprendere e mantenere in memoria le nozioni, e sicuramente evitare le distrazioni può essere di grande aiuto. Una strategia molto utile, ad esempio, è elaborare attivamente il materiale che si sta studiando e ripetere le nozioni acquisite a distanze sempre più ampie, man mano che la memoria viene consolidata. Questa strategia si chiama Spaced Repetition e la sua efficacia è stata dimostrata scientificamente.

In questo modo, le connessioni sinaptiche si rafforzeranno e sarà più difficile perdere l’informazione acquisita, facendovi diventare dei super learner!