Learning Analytics

D come Learning Analytics

Lo studio dei Learning Analytics è una delle nuove opportunità per chi si occupa di apprendimento digitale. Alle quattro D identificate da Jane Hart come pilastri dell’apprendimento (Didactics, Doing, Discovery e Discourse) se ne può aggiungere una quinta, ci ha segnalato un attento lettore. E’ la D dei Dati, fondamentale per accompagnare l’utente che apprende e particolarmente utile nel digital learning. L’apprendimento digitale infatti mette a disposizione dei data analyst un’imponente mole di informazioni.

dati nell’e-learning sono l’oggetto di un progetto di ricerca che Gruppo Pragma sta sviluppando nel proprio Innovation Lab di Area Science Park. I Learning Analytics servono per realizzare offerte formative sempre più centrate sul destinatario, sia nell’alta formazione sia nel continuous learning. L’Horizon Report: 2019 Higher Education Edition, dell’associazione americana EDUCAUSE, identifica nei Learning Analytics una delle strategie digitali che dovrebbero diventare ordinaria amministrazione.

Leaning Analytics, dai report quantitativi a quelli qualitativi

“Nell’ambito della formazione, le tecnologie per l’analisi dei dati sono state utilizzate finora soprattutto per reportistiche di tipo quantitativo  e di “conformità” – evidenzia Maria Rita Fiasco, fondatrice e presidente di Gruppo Pragma -. Questi report però poco o nulla ci dicono sulle preferenze degli utenti, sugli stili d’apprendimento, su ciò che le persone apprendono attraverso l’interazione con gli altri,  con i pari o con un coach , e attraverso la scoperta autonoma di risorse e mezzi per accrescere conoscenze e competenze. Eppure basta guardare ai quattro pilastri del Digital Learning per comprendere come il nostro modo d’apprendere stia cambiando. S’impara sempre di più attraverso l’esperienza, la ricerca individuale e la condivisione. Per essere vicini a chi è impegnato nello sforzo di apprendere, evolvere e cambiare, dobbiamo allora farci aiutare da un’analisi dei dati che non sia solo quantitativa, ma qualitativa, che ci faccia conoscere meglio il nostro learner.

 

L’Insight Analysis, la comprensione profonda di chi apprende

Il progetto di ricerca di sui Learning Analytics di Gruppo Pragma si indirizza verso un livello d’analisi più profonda, per capire non solo cosa chi apprende abbia imparato e ricordi, ma anche cosa senta del cambiamento che sta attraversando, cosa stia sperimentando, quali sono i temi che più stanno a cuore. Queste informazioni sono preziose per migliorare la sua esperienza d’apprendimento e per offrire contenuti, esperienze e supporto nuovi e coerenti con il rafforzamento delle sue competenze. Si parla allora di Learner Insight Analysis: l’analisi dei dati deve servire per conoscere a fondo l’utente e aiutarlo a scoprire nuove opportunità per il suo percorso di crescita.

 

Machine learning e intelligenza artificiale per migliorare le esperienze d’apprendimento digitale

La costante attività di ricerca e sviluppo di Gruppo Pragma è rivolta ad arricchire l’offerta nell’ambito del Digital Learning: DIVE,  la piattaforma di e-coaching che combina neuroscienze e digitale, è dotata di un apparato di Learning Analytics che associa tecniche di Machine Learning e Intelligenza Artificiale per un’analisi che vada oltre l’evidenza quantitiva. Grazie all’uso dei dati, è possibile supportare e organizzare al meglio l’attività degli e-coach e al tempo stesso aiutare il coachee suggerendo risorse e approfondimenti pertinenti e attinenti.

La trappola degli algoritmi per l’Insight Analysis

L’analisi dei dati è una costante nel campo del marketing digitale: Spotify per esempio fa continuamente Insight Analysis, registrando le abitudini, le preferenze e le ricerche di chi lo usa. Ma le nuove proposte non esulano dal mondo dell’utente. Le vere scoperte continuano a passare tramite segnalazioni umane, dirette o attraverso i social: è l’amica o il collega a consigliarci dei brani che, pur staccandosi dai nostri gusti, sono in grado di conquistarci.

 

DIVE: high tech, high touch

Lo stesso vale per l’apprendimento: all’analisi dei dati va sempre affiancata la creatività del coach. “Lo studio dei Learning Analytics ci supporta, ma non vogliamo degli automatismi sempre più sofisticati che sostituiscano l’apporto umano – commenta Maria Rita -. In DIVE gli Analytics non potranno mai sostituirsi a un formatore e un coach umano, perché sarà quest’ultimo/a ad aiutare chi apprende a guardare la realtà con nuovi occhi o a scoprire nuove consapevolezze, scoperte che la macchina non avrebbe consentito di fare”.“High tech, high touch” è un’espressione coniata da John Naisbitt nel libro “Megatrends”, del 1982. A indicare che ogni volta che una nuova tecnologia viene introdotta nella società ci deve essere il contrappeso di una spinta umana che ristabilisca l’equilibrio. High tech è la videoconferenza, high touch la stretta di mano. Più c’è high tech, più occorre high touch. E’ così anche per DIVE, dove i dati sono fondamentali, ma il valore aggiunto è espresso attraverso la relazione umana, potenziata e aiutata dagli analytics e da algoritmi che vengono continuamente affinati grazie all’esperienza di coach e coachee.